Anche la mia mamma ha giocato un po'... e lanciava le palline giù nella stradina...
Buon weekend a tutti !
Partenza da Castelfranco Veneto... Io Tibia, Bubowski (l'identità di B. resterà segretissima come quella di Charlie delle Charlie's Angels) , Sabines e la Super Punto.
La prima tappa è il Friuli Venezia Giulia in particolare Ovaro, cittadina del Carnia molto carina che ci ha attratto per un motivo culinario... i Cjarsons... questi mistici e mitici tortelli ripieni di patate, cacao, spezie e uva passa... conditi con ricotta affumicata e burro fuso... un paradiso gioioso per le nostre papille... Abbiamo visto altro? Fidatevi che i soli Cjarsons meritano da soli un viaggetto in Carnia! Degno di nota era il proprietario-cuoco-filosofo del camping e dell'annesso ristorante che ha preparato il suddetto piatto solo per noi e ci ha ubriacato con le sue grappine home-made ... ehm... si è riso parecchio diciamo...
Da Ovaro inizia così il nostro viaggio verso il Baltico che ci porterà attraverso tutta la Polonia, ma iniziamo dal principio... La nostra prima tappa è Bratislava, ma è davvero troppo lontana così decidiamo di passare la notte a Frauenchirken, una graziosa cittadina su un lago e zanzare enormissime... arrivati finalmente a Bratislava, scopriamo che il centro storico è godibilissmo in un paio d'ore e per la prima volta facciamo un tour guidato sul trenino per i turisti scoprendo che tutto quello che c'era da vedere l'avevamo già visto durante la nostra passeggiata. Peccato per il Rad (Castello) che era assolutamente ed inesorabilmente chiuso per restauro interno, esterno, sotterraneo... disastrato insomma... A detra poteve vedere una foto dell'abside del bellissimo Duomo di San Martino del XIV secolo...
Da Bratislava partiamo in direzione Cracovia e la strada è molto lunga, ma il paesaggio è splendido... attraversiamo i primi Carpazi passando per Wadowice la città natale di Giovanni Paolo II... Ci sono pochi tratti di autostrada in Polonia, la stanno costruendo ora perciò la maggior parte delle volte si passa al centro dei paesini, si resta fermi a causa dei trattori e si spia cosa vendono le vecchine lungo la strada... Il primo impatto con la città è quanto di più positivo, il nostro albergo è vicino al centro storico e possiamo girare a piedi tranquillamente... Passiamo il pomeriggio nei dintorni della piazza del mercato, visitiamo la cattedrale di Santa Maria (foto a sinistra) e concludiamo in bellezza facendo una scorpacciata di pierogi in un bellissimo ristorante sotterraneo con bellissime arcate a volta dai mattoni a vista. Vorrei soffermare i miei ricordi proprio sui pierogi, questi ravioli tipici dell'est che variano il ripieno in base alla località ma soprattutto alla nazione.
I pierogi polcchi sono ripieni di carne o formaggio quark e patate mentre la versione russa può contenere anche il cavolo. Il giorno seguente affrontiamo una meta non facile e ci dirigiamo verso Oswiecim (in tedesco Auschwitz)... che dire... siamo arrivati a Birkenau, la seconda parte del campo, verso le nove di mattina e con un nodo in gola abbiamo avuto il tempo per vedere tutto, ma quando siamo andati ad Auschwitz I non ce l'abbiamo fatta ad entrare... pullman di turisti che scattavano foto ricordo e compravano cartoline del campo, le famiglie che facevano picnic... dovevamo aspettare la guida perchè si entra solo con la guida a meno che non si arrivi dopo le 16.00... siamo andati via.
Non ho niente contro chi scatta foto capiamoci, è giusto resti un segno e che la memoria continui, ma non tollero chi si mette in posa davanti alle rotaie e ai forni crematori sorridendo e mettendosi in posa. Non è accetabile.
Intristiti dal genere umano abbiamo lasciato la cittadina e ci siamo diretti alle miniere di sale di Wieliczka in cui abbiamo fatto un interessantissimo tour di 4 km sotto terra tra le sculture di sale fatte dai minatori. Grazie alla guida (poco incline a sopportare gli italiani) ho scoperto che il pericoloso mestiere del minatore era un grande onore che si tramandava di padre in figlio perchè i minatori lavoravano direttamente per il sovrano. Qui a lato potete vedere la Cappella di Santa Kinga. L'enorme salone è stato scavato e decorato a bassorilievo da tre minatori che hanno dedicato tutta la loro vita alla realizzazione di questa sola opera... anche il pavimento è di sale ed bellissimo nella sua somiglianza con il marmo.
Il giorno dopo lasciamo il nostro albergo a Cracovia e andiamo a visitare l'ultimo grande monumento della città... il Wawel. Ero prontissima, documentatissima a visitare tutto il complesso del castello reale e della cattedrale, la grotta del drago e il museo e tutto quello che c'era da vedere... ma... non avevo fatto i conti con il calendario... era domenica... quindi cattedrale chiusa e blindata per le messe, museo e castello aperti solo dopo le 11.00... e noi non potevamo restare. Un'amica ci attendeva a Lodz e il viaggio era ancora molto lungo... che tristezza...
Vabbè siamo felici perchè dopo due anni rivediamo la nostra bellissima Joe che vive appunto a Lodz e ci ha preparato una sorpresa... ci porta a cena dalla nonna! Quindi una vera cena polacca al 100%! La nonna di Joe è gentilissima e molto ospitale, ma in generale queste due caratteristiche le abbiamo riscontrate nella maggior parte delle persone che abbiamo incontrato nel nostro viaggio, sempre cordiali e disponibili anche di fronte ad incompresioni linguistiche.
La cena è luculliana e pantagruelica. Sì lo è. A partire dalla pentolona enorme di minestra per scaldare le pancine fino al totalpork (neologismo) delle cotolettone polacche altissime e panatissime con una miriade di contorni. Nota interessante sulle bevande... Difficilmente in Polonia si beve acqua durante i pasti perchè questa viene sostituita da infusi di frutta,da vodka o birra per i più giovani. La nostra serata procede tranquilla in un pub del centro, ma qualcosa dentro di me inizia a cedere... La mattina seguente sto malissimo.Un virus intestinale? e chi può dirlo, è certo che mi ha tenuto compagnia tutto il giorno compromettendo inesorabilmente il nostro giorno a Varsavia. Arrivati in città nel primo pomeriggio, dopo un riposino in albergo partiamo per un piccolo tour ma dopo due orette (scarse) inizio a star male di nuovo con qualche sentore di febbre... più del malessere fisico è lo sconforto che mi abbatte un po'... è la nostra prima volta a Varsavia e tutto si blocca per causa mia... sob...
Quindi in sintesi posso dire di aver passeggiato nella città vecchia e devo dire che è ricostruita benissimo, ma si sente troppo questa "ricostruzione"... è tutto troppo perfetto insomma. A malincuore rinuncio ad una cena in una "Pieroggeria" e torno mestamente in albergo sotto le coperte... basta una notte di buon sonno e l'indomani sono già in forze, non al 100%,ma in grado di affrontare la tratta di viaggio più lunga fino a Danzica. Piove e non è il massimo guidare sulle lunghissime drittissime strade polacche in queste condizioni, ma Bubowski è un provetto pilota e non si fa intimorire nemmeno dai triplici sorpassi (in Polonia è una prassi, per questo fanno la corsia di emergenza bella larga!). Lungo la strada vediamo tanti nidi di ciocogne e scopro che sono enormi davvero, alcuni come della vasche da bagno! Dopo qualche ora di viaggio siamo un po' stanchini e decidiamo di visitare il Castello di Malbork, situato a circa un centinaio di km da Danzica e costruito nel 1270. Si tratta del castello gotico più grande d'Europa, costruito dai cavalieri dell'ordine teutonico e utilizzato prima come convento e poi come "area di servizio" in tempo di guerra. Il complesso è immenso e decidiamo di seguire un tour guidato ma, scoprendone la durata (4 ore e mezza), furbescamente passiamo da un gruppo all'altro cambiando sempre guida e riducendo la visita ad un ora e mezza (più che sufficente) includendo anche il museo dei manufatti in ambra.
Finalmente arrivati a Danzica scopriamo che la nostra agenzia di viaggi aveva prenotato una notte anzichè due e il nostro albergo ci aspettava per il giorno dopo... Niente paura, la ragazza alla reception contatta per noi un'altro albergo e ci trova una stanza per la notte, ma arrivati nella nostra nuova location scopriamo che si tratta si hotel categoria lusso con letti in pelle umana e moquette alta 30 cm ...che dire... per fortuna avevamo pattuito di pagare la stessa cifra dell'hotel dove saremmo stati la notte seguente :)
Appoggiate le nostre cosine nella super stanza andiamo alla scoperta della città e scopriamo un centro vivissimo in occasione della festa dei frati francescani che si tiene nelle prime tre settimane di agosto e riempi tutte le viuzze di bancarelle d'antiquariato, dischi in vinile, libri, ambra, liquorini tipici, banchi per mangiare le specialità polacche... un paradiso insomma! Ormai è sera e rimandiamo il giro per bancarelle al giorno dopo optando per una bella cena a base di cosa? Pierogi ovviamente!
La via reale è bellissima al tramonto e si popola di artisti strada, mimi, ballerini di break dance bravissimi... Non lo so perchè ma da subito questa città inizia ad affascinarmi moltissimo, sarà per la lontananza da casa, per il contatto con un mare che nella mia testa ho sempre mitizzato come in un romanzo russo... Danzica è splendida e ne abbiamo sempre più conferme il giorno seguente visitanto la cattedrale della Santissima Maria Vergine, la quale vanta il titolo di chiesa in mattoni più grande del mondo. Il fiore all'occhiello di questo santuario è l'orologio astronomico... un meraviglioso e complicatissimo sistema di anelli permette a questa macchina del 1400 di segnare esattamente ora, data e posizione di pianeti e stelle ... affascinante. Il nostro pomeriggio trascorre sereno sbirciando bancarelle e contrattando i prezzi di dischi new wave polacchi concludendo con una scelta sbagliatissima per la cena... Adesso vi racconto...Iimmaginate di girare tutto il giorno per un mercato enorme e capitare continuamente di fronte ad un banco sul quale cucinano enormi pentoloni di patate novelle alla paprika e spiedi roteano goduriosi sopra le vostre teste affamate... bello eh? Arrivati all'ora di cena voi che fate? Anche se vi si propongono ristorantini bellissimi la vostra testa torna a quelle patate ... Le ordinate, la pappate insieme ad un bello stinchetto e poi... I crampi più lancinanti della storia del Pandino. KO tecnico. Pessima scelte le patate del banchetto... torno silenziosa e triste con la testa bassissima in albergo a fare nanna, colpevole di non aver scelto un posticino più carino e romantico... sob... Patata 1 Pandino 0.
Il giorno seguente lasciamo Danzica dopo una puntatina velocissima al mercatino per comprare gli ultimi dischi e ricordini in ambra, ma oggi il tempo non ci sorride... anzi... piove a dirotto e il cielo è grigissimo... proprio oggi che dovevamo andare a vedere il Baltico... Rinunciamo e puntiamo la rotta verso ovest, il confine con la Germania ci attende e la strada da fare è lunghissima... la nostra tappa è Szczecin, una località di mare su un 'insenatura a pochi km dal confine tedesco. Trovato un camping ci fermiamo a bere una bella birretta ristoratrice e facciamo conoscenza con un simpatico tedesco che ci insegna a bere un particolare tipo di vodka con il succo di mela... si tratta della Grasovka, una vodka dal color paglierino poco amata dai polacchi per il suo gusto lievemente aromatico dovuto da un filo d'erba in infusione nella bottiglia. Da quanto ho capito quell'erba è molto apprezzata dai bufali fatto sta che si sposa benissimo con la vodka annullando il sapore alcolico della stessa... e questo non va bene, soprattutto se vi piace il succo di mela... non aggiungo altro per non compromettermi ulteriormente.Grazie al nuovo cocktail dormiamo come bambini e l'indomani il caro Bubowski fa una domanda che non doveva fare: "Cosa vuoi fare oggi Tibia?"...
Voglio vedere il Baltico...
Santo Bubowski prese così la Punto e ripercorse in verticale altri 108 km solo per farmi mettere i piedi nel Baltico "come simpatica oca migratrice rrrrusssa" ... sì B. mi vuole tanto bene. Ecco, alla vostra destra potete vedere il Baltico. Bello vero? Notate la mia mise da estate polacca: pelle color grigio topo metallizzato e cappotto. Peccato non possiate vedere anche la petroliera nello sfondo! Dopo aver coronato il mio sogno romanzesco entriamo in Germania e ci dirigiamo verso Berlino, ma B. ( e anch'io) è veramente stanco di guidare e troviamo un campeggio carino su un lago a 50 km dalla capitale. La sera ci sfidiamo a fotografare i riflessi sull'acqua e dopo un po' andiamo a nanna... è stata una lunga ed intensa giornata ... Il giorno dopo il nostro programma prevedeva una tappa a Berlino, ma entrare in città avendo a disposizione solo una giornata era troppo pesante anche solo da pensare così decidiamo di procedere e stabiliamo la nostra nuova tappa : Bamberga!
Dopo anni di osservazione ho avuto il coraggio di fare gli gnocchi.
Quando ero piccola aspettavo con impazienza il pranzo del sabato perchè la nonna preparava gli gnocchi di patate; ne preparava una quantità industriale, riempiva due tavole e non bastavano mai perchè c'era sempre qualcuno che voleva fare il bis (io).
Mio paterno nonno aveva un salone di parrucchieri dove lavorava lui, il mio papà, la mia mamma, le mie zie e pure la mia bisnonna. Il sabato si faceva orario continuato e quindi a turno tornavano a casa a mangiare i famosi gnocchi della Teresa che ovviamente era l'ultima a mangiare.
Mi ricordo che ogni piatto veniva condito in modo diverso a seconda dei gusti del commensale: burro e salvia, pomodoro, ragù, parmigiano... Il mio "gusto" preferito però era speciale e potevo condividerlo solo con la nonna perchè il resto della famiglia lo riteneva immangiabile... burro fuso, zucchero e cannella.
Il paradiso dello gnocco. Eccezionale.
Io amo gli gnocchi in ogni loro declinazione, forma e condimento sempre diversi fanno la mia felicità come poche altre cose, ma non avevo mai avuto il coraggio di farli.
Non so dare una valida motivazione al fatto, forse da piccola ne ho fatti così tanti che da lì in poi ho preferito essere invitata o comprarli già pronti. In rete spopolano le ricette di questo piatto, dai classici di patate, ai "moderni" di verdure fino a questi di ricotta in cui sempre si sottolinea la sicura riuscita.
Sono riusciti bene devo dire, ho già segnato alcune piccole modifica da apportare al prossimo tentativo e sto già pensando a qualche sughetto interessante.
Oggi li propongo nel modo più semplice possibile... un sughino leggero di pomodorini datterini e pomodori essiccati.
INGREDIENTI (per due persone)
Per gli gnocchi:
200 gr di ricotta
120 gr di farina
Sale q.b.
Noce moscata
Per il sughetto:
8 pomodorini datterini
3 pomodori essiccati
1 scalogno
6 foglie di basilico
Un cucchiaio d’olio evo
3 cucchiai di passata
Sale
Pepe
zucchero
COLONNA SONORA DA ESECUZIONE
Bangles “Manic Monday”
Impastate la ricotta con la farina, salate e aggiungete una grattuggiatina di noce moscata.
Ottenete un bell’impasto liscio, dividetelo in tre e fate dei rotolini larghi due centimetri , tagliateli ogni due cm e passate ogni singolo gnocco sul retro di una grattugia per imprimere il disegno.
Lasciate riposare gli gnocchi il tempo necessario per preparare il sugo.
Fate rosolare lo scalogno tritato in poco olio d’oliva, aggiungete i pomodorini tagliati a pezzetti e i pomodori secchi tagliati il più finemente possibile, fate appassire ed aggiungete una presa di zucchero, sale e pepe. Aggiungete il basilico tritato e la passata di pomodoro, fate ammalgamare e poi spegnete il fuoco.
Portate l’acqua ad ebollizione, salatela e tuffate gli gnocchi. Scolateli dopo un minuto da quando vengono a galla.
Ripassateli nella padella del sugo e servite.
Buona pappa!
...menta nella pioggia...
Il viola è un colore nobile, un colore misterioso che è in natura è stato donato a pochi eletti...
Dedico questo dolce ad una persona molto speciale che ha compiuto gli anni questa settimana, una persona che mi è rimasta accanto nel corso degli anni e sulla quale posso sempre contare :)
Ho scelto i frutti di bosco perchè questa persona è amante della montagna e dei dolci alla ricotta (scoperta di una settimana fa)... spero di far cosa gradita e spero di stupirlo un pochino (a volte è difficile) visto che dolci non ne mangia moltissimi... anzi lui dice di mangiare solo i miei .
Ovviamente sono orgogliosa di ciò.
Questa creatura dolce è una cheese cake alleggerita dalla ricotta e resa preziosa dai frutti di bosco, è velocissima da preparare ma la vera particolarità è lo zucchero muscovado che le conferisce un gusto particolarissimo caramellato (grazie ad Artemisia per avermelo fatto scoprire).
Questa volta mi permetto di consigliare un vino che ho avuto l'occasione di degustare stasera come accompagnamento a questo dolce... Recioto della Valpollicella del 2004.
Veramente perfetta come accoppiata, i frutti di bosco erano esaltati dall'aroma caldo e fruttato di questo vino rosso che può essere classificato come "da meditazione".
Stanotte dormirò felice.
INGREDIENTI
Per la base:
150 gr di biscotti secchi
60 gr di burro
Per il ripieno:
500 gr di ricotta
100 gr di zucchero
2 uova
2 cucchiai di farina
200 gr di frutti di bosco
3 cucchiai di zucchero muscovado
Per la gelatina:
12 gr d colla di pesce
200 l di succo di mirtillo
1 cucchiaio di zucchero muscovado
COLONNA SONORA DA ESECUZIONE
Queen "Innuendo"
Frullate finemente i biscotti e ammalgamateli con il burro fuso.
Con il composto create il fondo di una tortiera a cerniera e mettete in frigo a riposare.
In una casseruola scaldate i frutti di bosco con lo zucchero muscovado ed un filo d'acqua per fare un po' di sughetto.Lasciate raffreddare. Con un frullino o nel mixer unite la ricotta, le uova e lo zucchero fino a creare una bella crema densa, per ultima unite la farina. Unite i frutti di bosco alla crema e versatela sul fondo di biscotto. Infornate a 180° per 1ora fino a che non risulta "ferma".
Lasciate raffreddare e preparate la gelatina: ammollate la gelatina in acqua per 10 minuti, strizzatela e scioglietela a bagnomaria in 200 ml di succo di mirtillo con lo zucchero. Versatela sul dolce quando è tiepida e mettete in frigo a rassodare.
Se volete guarnite con altri frutti di bosco.
Pappate in compagnia.
:)